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Città deserte. Le “Città ideali” nell’Italia di oggi.



“Un’era costruisce città. Un’ora le distrugge” ha scritto Lucio Anneo Seneca.

Secondo Renzo Piano “La città è una stupenda emozione dell’uomo, è l’invenzione dell’uomo”.

Mentre in queste ore si combatte per cercare di contenere l’espandersi del Coronavirus, le città sono deserte, appaiono come musei a cielo aperto, vuoti. Piazza Maggiore a Bologna è pervasa dal silenzio, così piazza San Marco a Venezia, piazza Duomo a Milano. Scenari che evocano la fantasia di alcuni autori che attraverso l’Arte hanno dato vita a veri capolavori. In una stanza del palazzo Ducale a Urbino , oggi chiuso per l’emergenza, si può ammirare una tempera su tavola dalla data incerta (1470-1490) l’opera è una delle immagini simbolo del Rinascimento italiano dall’autore ignoto. La "Città Ideale" incarna alla perfezione gli ideali del Rinascimento. Prendendo in prestito l’idea del regista Kurosawa, che nel film "Sogni" fa camminare il suo alter ego dentro i capolavori del pittore Van Gogh, chiudendo gli occhi, si può azzardare una passeggiata di fantasia all’interno di questa misteriosa piazza dove regna un silenzio eterno. La sensazione che si avverte è simile a quella che oggi sperimentiamo, uscendo di casa per munirci dei bisogni di prima necessità. La bellezza incontrastata di ciò che ci circonda, stride con l’assenza della presenza umana.

Varcando il limite della tavola si entra sotto il cielo sereno, rigato da leggere nuvole, i piedi calpestano il disegno geometrico della pavimentazione, ai lati due pozzi, una porta in direzione centrale semi aperta lascia intravedere soltanto il buio, sembra invitarci a entrare. Il silenzio regna sovrano, la nervatura del marmo bicolore si alterna come un ritmo tra le pareti dei palazzi.

Ernst Ferstl ha detto “Il silenzio non fa domande, ma può darci una risposta a tutto” e il silenzio di questi giorni, delle nostre città, ci obbliga ad alcune riflessioni più profonde del semplice rinunciare alle nostre abitudini quotidiane.

Ci avvicina di più alla verità forse, ma quale verità? Una delle mille, l’unica, una tra le tante?

Niccolo' Tabanelli

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