top of page
Search

Van Gogh vs Kiefer "Contro le mode e i sensazionalismi dell'arte contemporanea"

  • Writer: Niccolò Red
    Niccolò Red
  • Aug 20
  • 3 min read

Updated: 3 days ago



ree

Il mercato dell’arte e’ pieno ormai di artisti che creano opere enormi. Statue ciclopiche, dai richiami michelangioleschi, installazioni multimediali simili a piattaforme usate dalla NASA per andare su Marte o tele per dipingere in formato XXL, per usare un termine che si sposa bene, più col mercato della moda “pret a porte” che all’arte in generale. 


Oggi spesso si pensa che una tela o un qualsiasi altro supporto, debba essere per forza grande, per catturare l’attenzione dello spettatore. Ma chi lo ha detto? 


Nell’ultima mostra inglese a Londra: Van Ghog/ Kiefer alla Royal Academy of Arts  (28 giugno – 26 ottobre 2025), si possono ammirare le opere dei due artisti messi a confronto. Quello che ne viene fuori e’ l’abissale distanza tra i due, che parte dalla forma ( la differenza dei formati usati dai due artisti) fino ad arrivare a un livello ben più profondo del lato esteriore, il loro contenuto, l’anima delle loro opere.


L’Arte di Kiefer sembra soffrire costantemente di quella forma di sensazionalismo contemporaneo. Il desiderio di stupire con dipinti che richiamano le grandezze di uno schermo cinematografico, più che un punto di forza diventa quasi un punto di debolezza.


Il gigantismo delle opere di Kiefer  ha in sé una smania comune a molti artisti contemporanei, giovani e meno giovani, quello di voler fare breccia sullo spettatore ad ogni costo colpendolo con effetti pirotecnici più simili a un certo tipo di cinematografia Hollywoodiana che alla densa, profonda e magmatica letteratura e cultura europea.


ree

Le opere di Kiefer sembrano aver scritto addosso “ devo stupirti, guardami sono enorme, voglio essere potente, voglio fare breccia su di te spettatore”. Le opere di Van Ghog invece nella loro disperata e disperante crudezza, sembrano non soffrire di questo complesso. I dipinti di Van Ghog si potrebbero mettere sottobraccio e portare in qualsiasi delle nostre umili case. Al contrario le opere del tedesco Kiefer sembrano progettate per patinati saloni di Arte contemporanea. 


L’impatto dei dipinti di Van Ghog  e la potenza che suscitano sono dovuti a quell’inspiegabile capacità che ha ogni vero artista di infondere l’anima nelle cose e renderle radianti.


Inoltre In Van Ghog si può sentire quella nevrosi di segni, quella frustrazione profonda e incessante, tormento della sua intera vita. 


In Kiefer questa disperazione sembra non esserci. E la domanda: Quanto incide il destino di un artista e la sua popolarità in vita, nella propria opera? In questo confronto appare più che legittima. Anche l’uso dei materiali, il legno, il ferro, la sabbia, più che alla spirituale povertà francescana dei vari Giacometti e Kounellis, si può’ osservare un gioco voyeristico e puramente di superficie. Arte di decoro? Forse sarebbe troppo affermarlo, ma L’Arte di Kiefer sembra intrattenere come un film di qualche supereroe di guerra, che si getta nel fango con la divisa militare ben stirata e i capelli mai scomposti, mentre Van Ghog usa uno spillo, sottile, arrugginito, si fa avvicinare e poi rubandoti gli occhi ti buca crudelmente il cuore e con lo stesso ago ci ricama la sua firma, e sembra dire “ io sono quello che sono, guardami” come nella piu’ forte e "nietzscheana" delle affermazioni: 


“Io sono una selva e una notte di alberi scuri, ma chi non ha paura delle mie tenebre, troverà anche pendii di rose sotto i miei cipressi”


 di Niccolo’ Tabanelli


 
 
 

Comments


bottom of page